La considerazione di oggi parte da un lungo dialogo avuto con un
amico (e durato fino a notte inoltrata!) sulla condizione attuale del
single e sul perché è difficile oggi avere una relazione lunga e
stabile. Partivamo entrambi dalla stessa considerazione: oggi abbiamo
molta possibilità di scelta e, anche a causa del materialismo profondo
in cui siamo ormai intrappolati come mosche in una ragnatela (e non
sempre consapevolmente), siamo insoddisfatti di ciò che abbiamo e
vogliamo sempre di più, così non siamo in grado di mantenere a lungo i
nostri rapporti. La sua era un’idea nostalgica: “una volta era tutto più
semplice” diceva “in fondo c’erano delle regole imposte dall’alto, a
cui quasi nessuno si ribellava. La famiglia era il cardine, il sole
intorno a cui tutto ruotava e tutti si imponevano di mantenerla. Oggi,
con tutte le possibilità che abbiamo, saltiamo di fiore in fiore senza
regole, perennemente vuoti e perennemente insoddisfatti, con il rischio
di diventare, da vecchi, depressi ed isolati”.
La sua paura principale era dunque quella di rimanere solo nel futuro..
Io
credo che, partendo dallo stesso punto, ovvero la crisi in cui sta
immersa la società, si possa arrivare ad una considerazione diversa.
Accettiamo la realtà così come è, e da qui partiamo per metterci in
discussione. Essere single non significa necessariamente essere soli e
la libertà di scelta mi pare sia un’occasione che abbiamo per crescere,
se non ci lasciamo prendere dallo sconforto e dalle paure, se non ci
lasciamo coinvolgere dai messaggi superficiali di una società edonista
che non dà spazio all’equilibrio ed alla spiritualità (che è una
dimensione importante dell’Io).
Non credo che ci sia bisogno di
imposizioni e regole calate dall’altro, ma di ri-centrarsi. E la
condizione di single, se vissuta con consapevolezza, può diventare un trampolino da cui poterci immergere nella dimensione più
profonda del nostro vero sé
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